BARDAMÙ

LINE UP (trio o quartetto)
Alfonso “The DOC” Tramontana – Pianoforte e voce
Ginaski Wop – Batteria e percussioni
Giulio Scianatico – Contrabbasso
Iacopo Teolis – Tromba e flicorno

Il repertorio dei Bardamù in versione trio o quartetto attinge dai viaggi e dalle sonorità acquisite dai fondatori del progetto nel corso degli anni; dal classico cool jazz al Latin-jazz, passando attraverso celebri standard riarrangiati fino ad arrivare all’esecuzione di composizioni originali.
Nel corso del concerto sarà possibile ascoltare ad esempio brani resi celebri da Chet Baker (I’m old fashioned, Times after time), Sinatra (You make me feel so young) o strumentali che richiamano le atmosfere di Thelonious Monk, Oscar Peterson e Bill Evans (Round midnight, Nigerian market place, Nardis, Walts for Debby). Non mancheranno brani inediti, composti e arrangiati dai Bardamù, come ad esempio: Píntate, oppure And We will dance the love (brano trasmesso in rotazione dall’emittente radiofonica Radio Montecarlo).

LINE UP “STRAY BOP”
Alfonso “The DOC” Tramontana – Pianoforte, piano elettrico e voce
Ginaski Wop – Batteria, percussioni, campionatore analogico, programmazioni e voce
K. Sparks – Rapper
Iacopo Teolis – Tromba e flicorno
Davide Di Pasquale – Trombone
Giulio Scianatico – Contrabbasso
Mark Di Gaetano – Chitarre
Millow – Corista e rapper

Il repertorio è composto principalmente da brani originali, contenuti all’interno dell’omonimo album “Stray Bop”, prodotto interamente a New York nel 2019, città dove cultura jazz e cultura urban/hip hop si fondono perfettamente.
Il rap diviene quindi uno strumento solista che interagisce con i fiati, il pianoforte e la ritmica be-bop.
Del resto, secondo i Bardamù (in sintonia con il linguaggio adottato da Miles Davis o Guru): “L’hip hop, per molti aspetti storici e artistici,  è la naturale evoluzione del jazz”.
La struttura sonora sarà prettamente jazzistica, e l’innesto di metriche rap e campionatori analogici sarà l’elemento stilistico che intende far tornare il jazz ai luoghi di origine: la strada e la contemporaneità dell’essere umano.
Non mancheranno rielaborazioni in chiave Stray di alcuni noti standard come ad esempio Caravan, Nardis, Round Midnight.

BIO

Il progetto Bardamù è un progetto di musica jazz fondato da Alfonso Tramontana e Ginaski Wop nel 1991.

Nel corso degli anni, i Bardamù, hanno ricevuto ben due candidature ai Latin Grammy nel settore “miglior album jazz”, e hanno realizzato numerose collaborazioni con artisti come: Roy Hargrove, Arturo O’Farrill, Changuito, Alessandro Haber, Bobby Carcassés, Chucho Valdés, Tata Güine, Tormento, Eliades Ochoa, Dj Wladimiro, e molti altri.

I fondatori del progetto hanno vissuto per circa 7 anni a La Habana (Cuba) dove hanno lavorato per la televisione nazionale cubana (la ICRT) esibendosi nei principali club di La Habana (come ad esempio La Zorra y El Cuervo, e il Jazz Café) e nelle principali rassegne di musica jazz come ad esempio il Festival Jazz Plaza, invitati dal Maestro Chucho Valdés;  in seguito, i Bardamù, hanno vissuto e lavorato a Barcellona (l’emittente radiofonica catalana “Radio Gladys” ha inserito un loro album tra le 10 migliori produzioni discografiche del 2002) e successivamente a Madrid;  mentre, negli ultimi anni (dal 2017) hanno vissuto e lavorato a New York, dove è stato realizzato il nuovo album intitolato “Stray Bop”, esibendosi in alcuni tra i principali jazz club della grande mela; in particolare, ad Harlem presso il prestigioso Minton’s Playhouse (luogo di culto nonché club nel quale nacque il Be bop), dove è stato realizzato un doppio sold-out nel 2019.

Il Maestro Changuito (vincitore di due premi Grammy) ha definito i Bardamù «il nuovo volto del jazz!».

I Bardamù amano definire il proprio concetto di musica con la definizione di Stray Bop: vale a dire un jazz stray (randagio) le cui sonorità attingono dai viaggi e dai  luoghi in cui hanno vissuto nel corso del tempo lasciandosi contaminare dai suoni e i linguaggi musicali peculiari di ogni città e area geografica, come se ogni singolo suono o immagine avesse lasciato un’impronta indelebile e rintracciabile nelle composizioni e negli arrangiamenti.